Bromografo per la stampa delle Antiche Tecniche

Alla fine del 1800 i fotografi che per primi si avventuravano nel mondo della stampa si servivano della luce del sole per stampare, a contatto, i loro negativi sulla carta sensibile. Questo sistema di stampa è stato utilizzato ancora per molti anni, fino alla messa in commercio delle carte bianco e nero al bromuro d’argento che erano molto più sensibili e quindi si poteva utilizzare anche una comune lampadina per le esposizioni. Oggi chi si vuole dedicare ancora agli affascinanti metodi alternativi di stampa può ancora ricorrere alla luce solare per ottenere le proprie immagini. L’unico vero pregio è che l’energia luminosa del sole è gratuita.
Ha invece molti difetti, tra i quali il più importante è la qualità ed intensità della luce stessa che purtroppo cambiano continuamente nelle varie ore della giornata; in base alla stagione ed alle condizioni metereologiche. Senza poi contare che dal tramonto all’alba il sole non c’è.
Lo stampatore che decide di affrontare il problema radicalmente prima o poi si trova sempre ad utilizzare una sorgente di luce artificiale che abbia una buona emissione nello spettro UV.

Esistono varie sorgenti di luce che hanno questo tipo di emissione tra le quali le più comuni sono le lampade ai vapori di mercurio ed i tubi fluorescenti. Le lampade ai vapori di mercurio generano una luce puntiforme ed una grossa quantità di calore. I tubi al neon sono i migliori in quanto a fronte di una bassissima emissione di calore hanno una uniforme irradiazione nello spettro UV.
Ecco che la mia scelta cade sui tubi fluorescenti che emettono la luce nel campo UV.
Una parte componente del bromografo di vitale importanza è il pressino che serve a garantire la perfetta planeità e aderenza della carta e del negativo da stampare a contatto.
Dopo alcuni anni di utilizzo di questo strumento e dopo molte modifiche apportate ai primi prototipi quello costruito attualmente è senza alcun dubbio quello più semplice da utilizzare ed allo stesso tempo più utile per la stampa delle antiche tecniche. Innanzitutto il dorso è incernierato a libro; questo permette di poter osservare l’annerimento raggiunto dalla carta sensibile dopo un certo tempo di esposizione senza il rischio di perdere il “registro” tra la carta ed il negativo. Una parte del sendwich rimane infatti sempre saldamente bloccata. Il sistema è anche molto utile per le molte messe a registro necessarie per le stampe alla gomma bicromata.
Il sistema di pressatura del dorso sul vetro è realizzato mediante 4 elastici di dimensioni generose che garantiscono una pressione uniformemente distribuita su tutta la superficie del cristallo. E’ inoltre possibile, in modo molto semplice, tenderli in modo maggiore o minore semplicemente facendoci dei nodi o disponendo degli arresti. Sono inoltre molto leggeri e non appesantiscono inutilmente la robusta struttura del pressino. Il vetro risulta perfettamente incassato nella cornice di legno ed i due lati corti sono volutamente realizzati a filo del cristallo in modo da potervi inserire anche formati di carta molto più lunghi.
Ma è durante l’utilizzo che si riesce veramente ad apprezzarne la versatilità e la costanza dei risultati di questo tipo di bromografo.

Costruzione
Per gli amanti del fai da te la costruzione del bromografo non comporta difficoltà di sorta. Di seguito alcuni semplici schemi che permettono di costruire la scatola del bromografo e lo schema del circuito elettrico da realizzare all’interno della stessa.
Le dimensioni sono tutte espresse in millimetri e sono calcolate per poter accettare la metà di un foglio di carta nel formato artistico (circa 50 x 70 cm).
Come materiale è consigliabile utilizzare del comune multistrato da 10 mm di spessore per i fianchi e per la base porta neon e circuito elettrico.
Il fondo può essere realizzato anche con multistrato più sottile da 6 o 4 mm.

Il circuito elettrico deve essere cablato secondo lo schema che segue. Con questo tipo di circuitazione si risparmiano 3 reattori in quanto ogni reattore fa funzionare 2 tubi.
Il rettore deve però essere acquistato di idonea potenza (pari almeno al doppio della potenza di 2 lampade) e cioè da 30 watt.
E’ conveniente montare sulla stessa tavola di multistrato sia i tubi al neon che i componenti elettrici come i rettori e gli starter (chiaramente sul lato opposto della tavola in modo da lasciare “pulito” il lato destinato ai tubi).
Per fare in modo che il piano dei tubi sia sempre ispezionabile si possono fissare 2 listelli sui due fianchi lunghi in modo che la tavola ci si possa appoggiare sopra.
Il costo approssimativo dei materiali per il bromografo solamente è di circa 150€ (la maggior parte dei quali sono per i tubi al neon) ed il tempo occorrente per fare un lavoro a regola d'arte è di circa 20 ore.
Per quanto riguarda il pressino il discorso è un po’ diverso, in quanto per fare un buon lavoro occorrono dei regoli piallati con delle scanalature fresate.
Nella più semplice delle realizzazioni è un vetro da 3 o 4 mm di spessore ed una tavola di multistrato della stessa dimensione, spessore 10 mm, tenuti assieme da delle mollette o da delle pinze a molla.
Rispetto a questa versione molto semplificata, il pressino delle figure precedenti offre molti vantaggi in termini di utilizzo e l’unico svantaggio di una costruzione più difficoltosa.
Lista Materiali (per il bromografo):
- 2 pannelli multistrato spessore 10 mm dimensioni 550mm x 400mm (fianchi lunghi)
- 2 pannelli multistrato spessore 10 mm dimensioni 430mm x 400mm (fianchi corti)
- 1 pannello multistrato spessore 10 mm dimensioni 430mm x 530mm (base portaneon)
- 1 pannello multistrato spessore 4 mm dimensioni 450mm x 550mm (fondo)
- 6 tubi UV tipo Philips TLD 15w/05
- 12 zoccoli portaneon
- 6 zoccoli porta starter
- 6 starter tipo S2
- 3 reattori per neon potenza 30 watt
- 1 interruttore
- 1 spina
- cavo elettrico
- viti, colla vinilica per legno, trapano, cacciavite, ecc

Per ulteriori chiarimenti o per costruzioni su misura contattatemi. info@riccardogazzarri.it
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